Venerdì 26 settembre, durante la IX edizione de La Notte dei Ricercatori, si è svolto uno Speciale Caffè Scienza @ Notte dei Ricercatori. Il terzo appuntamento del Caffè Scienza Alessandria è stato dedicato all’argomento della Notte dei Ricercatori, ovvero “le magie della luce…”. L’energia solare è la fonte primaria fondamentale per lo sviluppo sostenibile. La luce solare che arriva sul Pianeta in un solo giorno potrebbe bastare per coprire il fabbisogno energetico del pianeta durante un anno. La transizione da un’economia basata per il 70% sui combustibili fossili ad una economia ad emissioni di anidride carbonica neutre, o nulle, pone una serie di sfide tecnologiche, in particolare per sostituire il petrolio nel settore dei trasporti, responsabile del 25% delle emissioni di gas d’effetto serra.
Cristina Pagliano, biologa ricercatrice al BioSolar Lab nella sede di Alessandria del Politecnico di Torino, ha parlato dello sviluppo di celle solari artificiali, capaci di produrre combustibili per via fotosintetica. Una tecnica che permetterebbe di raggiungere efficienze di conversione della luce solare in combustibili, molto maggiori rispetto a quelle delle semplici coltivazioni energetiche o degli sfruttamenti forestali. In particolare la ricerca sta mirando ad efficienze teoriche comparabili a quelle degli odierni pannelli di silicio, con la differenza rispetto a questi che l’energia rimane immagazzinata in un vettore (liquido o gas), pronta per essere utilizzata al bisogno. Lo studio dei fotocatalizzatori e le matrici di proteine che consentano di riprodurre artificialmente le complesse reazioni chimiche sviluppate dagli organismi fotosintetici per convertire la CO2 e l’acqua in carboidrati (metanolo, etanolo, zuccheri) o idrogeno richiedono, ha ribadito la dottoressa Pagliano, ancora importanti finanziamenti e nuovi avanzamenti tecnologici.
Alfredo Muni, Responsabile della Struttura Complessa di Medicina Nucleare dell’Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria, ha affrontato il tema della luce in maniera diversa, ovvero di come la luce ci possa aiutare ed indirizzare nella pratica diagnostica e clinica. La Pet (Tomografia ad Emissione di Positroni) è una tecnica diagnostica di grande importanza per la diagnosi di numerose patologie: rivelazione precoce di tumori, verifica dello stadio della malattia e dell’efficacia terapeutica, studio di patologie cardiache e cerebrali. Grazie alla Pet, si producono immagini della concentrazione e della distribuzione nell’organismo di particolari molecole radioattive, i radiofarmaci, preventivamente somministrate al paziente. Ciò consente di rilevare le variazioni metaboliche e funzionali indotte dalle malattie, ancor prima che queste determinino la comparsa di modificazioni strutturali, con la potenzialità di fare diagnosi più precoci e raffinate.
Cioè, ha spiegato il dottor Muni, diversamente da quanto avviene per la Tac e per la Risonanza magnetica, che forniscono immagini morfologiche sulle dimensioni ed il posizionamento dei tessuti, la Pet fornisce immagini funzionali, che permettono di evidenziare uno stato patologico attraverso la modificazione della funzionalità di un organo o di un apparato, fornendo quindi informazioni sul funzionamento delle cellule della regione analizzata durante situazioni che evolvono nel tempo.
Simona Martinotti, Elia Ranzato